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FAQ ~ Domande frequenti






Le inflorescenze di cannabis light legale CBD risultano ricche di cannabinoidi quali CBD e CBG. La canapa legale CBD o cannabidiolo ha documentati effetti antinfiammatori, tranquillanti e energizzanti, antiossidanti, antiepilettici, antipsicotici, antiemetici, miorilassanti, antitumorali, combatte l’acne, è legale e non richiede una ricetta medica.
La cannabis light, o leggera, rappresenta una variante della nota pianta di canapa che grazie al suo basso contenuto di THC non viene inclusa tra le sostanze stupefacenti. Si ricava dalle infiorescenze femminili della cannabis opportunamente selezionate e derivanti da una lista di sementi certificate. Sul contenuto dei cannabinoidi che si basa la definizione di cannabis light che si differenzia dagli altri termini utilizzati come ad esempio con il nome marijuana.
Iniziamo subito con lo specificare che la cannabis light e la marijuana provengono dalla stessa pianta: la cannabis sativa. Quello che differenzia le due tipologie è il contenuto di THC nelle infiorescenze.
Nella cannabis light infatti il THC non può superare la percentuale dello 0,6% stabilito dalla legge Europea 242/2016, mentre la marijuana ha livelli di THC molto superiori raggiungendo anche quote sopra il 30%.
I cannabinoidi o cannabinoli sono sostanze chimiche di origine naturale e biochimicamente classificati come terpenofenoli. Sono composti accomunati dalla capacità di interagire con i recettori cannabinoidi.
Presenti nella Cannabis sativa, specialmente nelle infiorescenze, sono stati identificati una settantina di tali composti, molti dei quali ancora poco studiati.
I più importanti sono:
• il tetraidrocannabinolo (THC, Δ9-THC); • il cannabidiolo (CBD); • il cannabinolo (CBN); • il cannabicromene (CBC); • il cannabiciclolo (CBL); • il cannabielsoino (CBE); • il cannabigerolo (CBG); • il cannabinidiolo (CBND); • il cannabitriolo (CBT); • la cannabigerovarina (CBGV).
Tra tutti i cannabinoidi, sicuramente i due più famosi e chiaccherati sono il THC e il CBD. Il THC, sigla abbreviativa di “delta 9-tetraidrocannabinolo”, è l’unico tra i principi attivi contenuti nel fiore di Cannabis ad avere (potenzialmente) effetti psicotropi.
Sotto la soglia di 0,5% la sostanza non ha effetti psicotropi, e comunque la Legge n. 242/2016 consente la produzione, l’utilizzo ed il commercio della infiorescenza sino alla soglia di 0,6% di THC.
Il CBD, sigla abbreviativa di “cannabidiolo”, è un principio attivo contenuto nella infiorescenza di Cannabis. Secondo molti ha effetti rilassanti oltre a molti altri effetti positivi sulla persona.
In Italia il CBD non è disciplinato da alcuna norma, e non è considerato come un medicinale, per cui non lo si può pubblicizzare come un prodotto avente proprietà curative.
Quando si parla di cannabis terapeutica certamente tutti pensano automaticamente a esseri umani ammalati, ma in pochi realizzano (in un primo momento) che esiste anche il CBD uso veterinario e la cannabis per cane e gatto o altri animali da compagnia, in pratica cannabis ad uso veterinario!
Il CBD, il cannabidiolo non psicoattivo presente nella cannabis, viene utilizzato non solo per curare gli esseri umani, ma anche per intervenire sui cani, gatti e altri animali. Particolarmente diffuso negli Stati Uniti, il CBD oggi può essere somministrato ai nostri animali in caso di alcune condizioni come ansia, dolore, infiammazioni e tumori che non rispondono alle normali terapie farmacologiche.
Le principali patologie per le quali consiglia di utilizzare il CBD sono:
• artrosi • deficit cognitivi in cani e gatti anziani • ictus • malattie neurologiche • nevriti • ansia/stress • diabete • epilessia • tumori • dermatiti • problemi al tratto gastrointestinale • osteoporosi • malattie autoimmunitarie.
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